L’elemosiniere era nel Medioevo la borsa con cui i poveri chiedevano l’elemosina, ma contemporaneamente era usato anche come contenitore, dove si raccoglievano le offerte dei fedeli durante i riti liturgici.
Visto la particolarità dell’oggetto in cuoio da realizzare, abbiamo voluto coinvolgere alcuni artigiani, membri del nostro gruppo facebook Lavorazione Artigianale pelle e cuoio, specializzati nella lavorazione del cuoio e hobbisti.
Molte sono state le proposte, i consigli suggeriti e le considerazioni fatte dai vari colleghi del gruppo, sulla tecnica di lavorazione e sui vari accorgimenti da adottare per la realizzazione dell’elemosiniere.
In questa occasione però, si sono cimentati Sandro Burti e Giuseppe Salaris nella realizzazione dell’oggetto.
L’oggetto da realizzare, doveva necessariamente avere queste caratteristiche:
- oggetto sferico;
- bombato da entrambe le parti;
- chiusura verso l’alto.
I nostri amici, Sandro e Giuseppe hanno iniziato a lavorarci su documentando passo per passo il loro lavoro, con descrizioni corredate di foto, che andremo ad esporre qui di seguito.
È interessante notare come i due artigiani abbiano utilizzato delle tecniche completamente diverse l’uno dall’altro, ma entrambi sono arrivati al risultato finale: “un capolavoro di artigianato”.
Analizziamo nello specifico i 2 elemosinieri realizzati.
“L’elemosiniere di Sandro Burti”
L’approccio di Sandro alla realizzazione dell’opera è stato immediato e tutto il lavoro può essere suddiviso in tre fasi principali:
Preparazione
In questa fase è stato utilizzato un piede a cipolla in legno, acquistato in un semplice Brico, per creare la bombatura dell’elemosiniere. Il piede in legno è stato poi diviso in due pezzi creando due mezze sfere; la mezza sfera, fissata ad una tavoletta di legno per dare maggiore stabilità, è stata man mano rivestita di cuoio. Prima di quest’operazione, però, con l’ausilio di una lima è stata creata una sfera di altezza 2,5 cm e di 7,5 cm di diametro.
Per adattare il pellame alla mezza sfera in legno, Sandro ha bagnato il cuoio con acqua calda per ammorbidirlo, renderlo più elastico e flessibile. Schiacciando con pazienza e aiutandosi con una tazza da thè con lo stesso diametro, Sandro ha man mano rivestito la base in legno finché il cuoio non ha preso la forma sferica.
Lo spessore del cuoio utilizzato è di 3 mm, anche se in precedenza si è utilizzato quello da 2 mm poi sostituito, perché era troppo morbido per l’uso che se ne doveva fare. Questo stesso procedimento è stato utilizzato per creare l’altra parte dell’elemosiniere.
Il portamonete è stato foderato internamente con la stessa pelle utilizzata per l’esterno dell’oggetto.
Taglio e assemblaggio delle parti
Dopo aver ottenuto le due bombature, su quella superiore Sandro ha tracciato e tagliato l’apertura per infilare le monete, rispettando le richieste fissate in precedenza.
In seguito ha praticato i fori per rivetti e bottoni e infine incollato le due parti.
Fase di rifinizione
Per rifinire l’elemosiniere, Sandro ha realizzato una fettuccia, una striscia di cuoio per coprire la zona dove le due parti erano incollate e che all’occhio era esteticamente disarmonico.
Tutto l’elemosiniere è stato colorato di nero e tutti i bordi sono stati carteggiati con carta da vetro con grana 80. Per ultimo, è stato inserito il moschettone e fissato il tutto con una cucitura a mano con filo, nello specifico con tendine artificiale.
https://www.lavorazioneincuoio.it/it/blog-e-curiosita/curiosita-e-varie/21-blog-e-curiosita/tecniche-di-lavorazione/35-elemosiniere-medievale-in-cuoio#sigFreeId3bb24f9541
“L’elemosiniere di Giuseppe Salaris"
Tre macro fasi, descrivono le tecniche utilizzate e i procedimenti adottati da Giuseppe.
Organizzazione del lavoro
Giuseppe ha scelto di utilizzare come base un’anima in plastica dura ritenendola adatta per conferire la forma. Per rivestire l’anima, ha utilizzato il cuoio nero con spessore 1,2 mm sia per il rivestimento esterno che interno. Ha ricoperto la base in plastica con del cuoio messo a bagno in acqua fredda per 10 minuti.
In questa occasione, Giuseppe ci ha svelato anche un suo piccolo segreto che quando mette a bagno il cuoio, ha l’abitudine di mungere bene la pelle per allargare le fibre. Dopodiché ha diviso la pelle in 4 pezzi, ogni singolo pezzo è stato messo a bagno e dopo 4/5 ore la pelle si è asciugata in modo da conferire la forma bombata all’oggetto.
Incollaggio e Assemblaggio
Una volta pronti tutti e 4 i pezzi di pelle, Giuseppe ha incollato la parte esterna e lasciato circa un centimetro di margine da piegare all’interno, per dare ancor più rigidità alla battuta quando verrà chiusa. Successivamente ha incollato la parte interna e tagliato l’avanzo della pelle lungo il bordo.
Per rifinire il tutto, dopo aver assemblato le parti, le ha rifinite cucendo un piccolo orlo che fa da bordino alle due parti.
In precedenza, aveva preparato su un foglio due croci celtiche ricalcate su carta velina, che è servita da guida per ricalcare i buchi sulla base di plastica per poi bucarla con una lesina fine e permettere la cucitura direttamente sulla pelle. Questo è stato fatto per farsi che la pelle non si scolli, quindi per dare una maggiore garanzia di resistenza. La cucitura utilizzata è una doppia cucitura medievale quella che Giuseppe usa su tutti i suoi lavori, perché considerata più forte e più resistente.
Per rifinire il prodotto, Giuseppe ha utilizzato una cinghietta, che altro non è che una fettuccia di pelle orlata nei bordi.
La pelle non è stata tinta perché il cuoio utilizzato era già nero. La cinghia è stata applicata cucendola direttamente all’elemosiniere senza l’ausilio né di bottoni né di rivetti.
Come chiusura Giuseppe ha usato una fibbia e montato un moschettone per permetterne la maneggevolezza e appenderlo dove si vuole.
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In sintesi, queste le due diverse tecniche utilizzate per la realizzazione dell’elemosiniere:
|
Sandro Burti |
Giuseppe Salaris |
Base utilizzata |
Mezza sfera in legno |
Anima in plastica |
Spessore del cuoio |
3mm, unico pezzo |
1,2 mm, diviso in 4 pezzi |
Colorazione |
Sì, cuoio tinteggiato in nero |
No, cuoio già nero |
Lavorazione del cuoio |
Bagno in acqua calda |
Bagno per 10 minuti in acqua fredda |
Assemblaggio |
Colla + cuciture |
Colla + cuciture |
Cucitura |
Cucitura con tendine artificiale |
Cucitura medievale |
Foderato |
Si, con stessa pelle |
Si, con stessa pelle |
Rifinitura |
Fettuccia |
Fettuccia |
Accessori |
Bottoni, rivetti e moschettone |
Fibbia + Moschettone |
Sandro e Giuseppe, hanno realizzato lo stesso elemosiniere, ma scegliendo tecniche differenti.
Diverse le basi utilizzate, spessore diverso del cuoio e diversa lavorazione.
Analogie ci sono nella rifinitura, nella scelta della stessa pelle, nella fodera interna e nella scelta di alcuni accessori.
La differenza che invece si nota subito è l'apertura dell'elemosiniere: Sandro ha praticato un fessura da dove inserire le monete, Giuseppe invece lo ha realizzato con un'apertura a conchiglia.
Giuseppe e Sandro sono l’esempio e la testimonianza di come il cuoio e la pelle possono essere lavorati con differenti tecniche, ma soprattutto con approcci e conoscenze diverse.
Questo perché l’artigiano quando crea, lo fa in base alle sue conoscenze, alle sue esperienze e soprattutto alla passione per il proprio lavoro.